Ieri sono stato interpellato da Wired per un commento in merito alle dichiarazioni di Stefano Parisi.
Stefano Parisi sostiene, in sintesi, che gli Enti locali farebbero una concorrenza sleale agli operatori privati poiché forniscono un servizio (accesso WIFI) gratuitamente grazie all’uso delle risorse pubbliche.
Non nascondo che, in una visione venata da pregiudizi antichi, questa obiezione potrebbe avere un qualche fondamento.
Nell’epoca moderna l’accesso alla rete e ai suoi servizi si viene a configurare come un moderno diritto di cittadinanza. Ormai la rete è un veicolo indispensabile per al medicina, per lo studio, per la mobilità. La connettività in movimento (WIFI è solo uno strumento) è un modo attraverso il quale gli enti locali possono far accedere i cittadini alla rete.
Costruire una rete WIFI in un Comune non è dissimile dall’edificare un asilo nido o una scuola materna.
La visione degli operatori italiani (Telecom in primis) è ancora venata dalla loro cultura “telefonica”, si paga a scatto!!!
La rete è altro, ha altre regole e altre opportunità di business, anche per gli operatori privati.
L’accesso può essere gratuito (o quasi), i contenuti si pagano. Ecco, sui contenuti e sul loro valore ci si concentra ormai troppo poco, forse perché gli operatori di TLC hanno scarsi contenuti di valore da offrire.
Penso che il Dottor Parisi dovrebbe concentrarsi su questa riflessione.
Consiglio a chi è interessato a questi temi la lettura del mio libro “VE 2.0 Cittadini e libertà di accesso alla rete” edito da Marsilio.
2 risposte su “WIFI gratuito, diritto universale cittadinanza”
Caro Michele, sono d’accordissimo con te,
il tema della concorrenza era alla base delle contestazioni al servizio del Comune di Perugia su cui cisiamo scambiati un paio di twit. Ne segnalo l’amaro epilogo:
http://www.umbria24.it/internet-gratis-per-un-giorno-nelle-piazze-comune-di-perugia-multato-di-100-mila-euro/16957.html
A Venezia il wi.fi di Venice connected è stato affidato a Venis nel pieno rispetto della normativa: OK complimenti.
A me però sembra ingiusto che comuni più piccoli, che non possono permettersi la costituzione di una società partecipata che si anche provider di telecomunicazioni non possano offrire il servizio ai propri cittadini…
Lo stabilisce non tanto il decreto maroni ormai passato a miglior vita ma il codice delle comunicazioni del 2003. Forse all’epoca si intendeva evitare che servizi pagati dalle amministrazioni venissero affidati tout-court al privato.
L’effetto oggi è questo: il bar di fronte al municipio può ofrire la connessione internet ai propri clienti senz autenticazione, il municipio non può farlo per i propri cittadini (che pagano di tasse ben più di un caffé)
Speriamo nella iniziativa di Wired, alla quale non a caso hanno aderito molte amministrazioni.
Caro Michele, sono d’accordissimo con te,
il tema della concorrenza era alla base delle contestazioni al servizio del Comune di Perugia su cui cisiamo scambiati un paio di twit. Ne segnalo l’amaro epilogo:
http://www.umbria24.it/internet-gratis-per-un-giorno-nelle-piazze-comune-di-perugia-multato-di-100-mila-euro/16957.html
A Venezia il wi.fi di Venice connected è stato affidato a Venis nel pieno rispetto della normativa: OK complimenti.
A me però sembra ingiusto che comuni più piccoli, che non possono permettersi la costituzione di una società partecipata che si anche provider di telecomunicazioni non possano offrire il servizio ai propri cittadini…
Lo stabilisce non tanto il decreto maroni ormai passato a miglior vita ma il codice delle comunicazioni del 2003. Forse all’epoca si intendeva evitare che servizi pagati dalle amministrazioni venissero affidati tout-court al privato.
L’effetto oggi è questo: il bar di fronte al municipio può ofrire la connessione internet ai propri clienti senz autenticazione, il municipio non può farlo per i propri cittadini (che pagano di tasse ben più di un caffé)
Speriamo nella iniziativa di Wired, alla quale non a caso hanno aderito molte amministrazioni.